Fermo.
Fermo, immobile, con gli occhi chiusi e le lacrime che senza difficoltà scendono sulla faccia.
Ecco come ho finito il mio concerto di bruce ieri sera, durante LA canzone,
thunder road, voce chitarra ed armonica, un busker che blocca il cuore
alle 70mila persone a cui in tre ore abbondanti ha tolto il fiato.
Benvenuti a san siro, la casa del rock and roll.
Fermo.
Fermo
immobile appoggiato alla transenna, a lasciare che il boato mi entri
dentro e mi attraversi, mentre la faccia di bruce davanti al gigantesco
saluto che occupa due anelli dello stadio ci fa capire che stasera non
ci saranno prigionieri.
Un concerto da stadio certo, tanto rock, tanti muscoli, tanto sudore.
Born
in the USA, perchè è IL disco da stadio per eccellenza, con quella
serie di pezzi non a caso da anni presenti nei bis dei suoi concerti,
pezzi da ballare e su cui versare sudore e vita.
Una
serata memorabile che ancora una volta mi da la dimensione
dell'importanza che la musica e soprattutto la sua musica ha nella mia
vita.
I
primi 45\50 minuti di pura potenza rock, una prova di resistenza che
non fiacca anzi esalta l'energia dello stadio milanese, caldo come al
solito e pronto a rispondere a ogni richiesta di coro o battimano.
Quell'album
da tanti tacciato di essere commerciale mentre è un ritratto pazzesco
dell'america anni 80 e ahimè delle contraddizioni che ancora oggi ci
circondano.
Ma la scaletta la sappiamo, chi non la sa se vuole la trova facile.
Quello che è diverso sono le persone.
Le
facce della gente, i sorrisi, il fatto che la sua musica ti stampi
addosso quel senso di stanco appagamento per cui sei felicemente
esausto, per cui sei esausto di felicità e nonostante tutto lo rifaresti
subito e domani ancora e poi ancora.
Persino
i momenti ormai standard assumono sfumature diverse, perchè la musica
di bruce non ti lascia solo tramortito ma ti dice che la grinta, la
gioia, la voglia di realizzarsi che lui mette nelle sue canzoni da 40
anni sono cose che non puoi abbandonare dentro allo stadio come i
sacchetti con le carte dei panini e le lattine di birra.
E
quindi la nonna che balla con la nipote e piange incredula, ma
soprattutto la ragazza che suona la chitarra di fianco al suo idolo ci
dicono che domani ognuno di noi può uscire là fuori e provare, provare
con tutto sé stesso a realizzare il suo sogno, perchè sarebbe un
delitto, uno spreco, una bestemmia non trasformare il dono che la sua
musica ci regala ogni volta in qualcosa di limitato e circoscritto.
Giulia,
doveva esserci ieri, c'era ieri sera, c'era quando parlava di palle
demolitrici che aprono strade nuove, c'era quando ha cantato l'album che
ha ascoltato per primo e che parla della gente che adesso ha come
vicina di casa, era su quel palco a realizzare il suo sogno, perché SA
che il suo sogno ha lui come colonna sonora ma è ben altro.
C'era
quando 70 mila persone hanno cantato di gente che se ne va per vincere,
perchè è lei, che vince, ogni giorno, quando continuamente sceglie di
proseguire il suo cammino nonostante le difficoltà, le distanze, le
rinunce e le assenze.
C'era
mia moglie, a casa con le bambine per permettermi di giocare ancora un
po' al fan, quando siamo andati al fiume e nel fiume ci siamo immersi,
c'era perchè abbiamo fatto un voto, come soldati e lottiamo insieme per
difenderlo, c'era perchè non ci ritiriamo e non ci arrendiamo. C'era
anche lei, ovviamente, su thunder road, perchè siamo uno la possibilità
di rendere il proprio sogno reale dell'altro ed è per questo che l'ho
sentita da solo, chiudendo gli occhi, perchè c'è solo una persona con
cui la ascolterei e se non è al mio fianco allora non voglio vedere
nessun altro.
Ieri ho visto bruce per la ventesima volta.
Fa
strano, è un numero un po' carogna, perchè ad una parte delle persone
che conosco fa pensare "minchia, così tante?" e alla restante "minchia
così poche?".
Ma
a parte la cifra tonda, stamattina svegliandomi ho ripensato a tutti
questi anni, questi km, queste code, a tutta la gente conosciuta, persa,
ritrovata, a tutte le esperienze ed i momenti vissuti grazie o per
colpa della sua musica, a tutto l'insegnamento che costantemente trovo
nelle sue canzoni.
Ed
ho pensato, per l'ennesima volta, a quanto la mia vita sarebbe stata
differente senza tutto questo, senza soprattutto questa passione
maniacale, questo amore viscerale verso le sue canzoni e la sua arte.
E'
stato come dare una ripassata al mio personale libretto delle
istruzioni, un po' come dire ok, come faccio a non sprecare tutto
questo?
Poi mi sono riaddormentato, grato e felice.